Il Bitcoin è arrivato a superare quota 64.000 dollari: cos’ha trainato gli ultimi movimenti e dove può arrivare a breve termine il quadro tecnico della criptovaluta
Dopo aver toccato quota 60.000 dollari per la prima volta dal novembre 2021 durante l’ultima settimana, il Bitcoin è brevemente salito sopra i 64.000 dollari, secondo i dati della piattaforma CoinDesk. Nonostante sia tornato sui 62.500 dollari nel primo pomeriggio del 1° marzo, la performance mensile è appena al di sotto del 44%, con un aumento del 20% solo negli ultimi sette giorni.
Da dove arriva lo slancio del Bitcoin
“Dal punto di vista tecnico, il Bitcoin prosegue l’ultimo impulso rialzista partito dal minimo del 23 gennaio. Utilizzando le classiche proiezioni di Fibonacci, i livelli intorno a 65.000 dollari (quasi raggiunti) rappresenterebbero un buon obiettivo di prezzo”, ha dichiarato a We Wealth Eugenio Sartorelli, membro del comitato scientifico di Siat – Società italiana di analisi tecnica. “Al di là di questa soglia, c’è l’area 68.000/70.000 dollari, ovvero il massimo storico di novembre 2021”.
“Personalmente, penso che vedere massimi superiori a 70.000 dollari in questa fase sarebbe una sorpresa”, ha aggiunto Sartorelli. “Siamo in una fase pre-halving e, nelle tre volte precedenti, questa non è stata una fase esaltante per i prezzi del Bitcoin”. L’halving è l’evento previsto nel protocollo Bitcoin che riduce i premi in criptovaluta riconosciuti ai miner, circa ogni quattro anni.
L’interesse per i nuovi Etf su Bitcoin autorizzati negli Stati Uniti all’inizio di gennaio potrebbe essere un’altra causa dell’ultimo rally. “Questo recente impulso rialzista ha due motivazioni”, ha affermato Sartorelli. “La prima è la generalizzata propensione al rischio su tutti i mercati finanziari, con un certo numero di titoli azionari che hanno raggiunto valori elevatissimi e solo parzialmente giustificati dai fondamentali. La propensione al rischio ha portato denaro anche verso il mondo delle criptovalute”.
Un’altra possibile causa è l’interesse per i nuovi Etf su Bitcoin. “Questo recente impulso rialzista ha 2 motivazioni”, ha affermato Sartorelli. “La prima è la propensione al rischio su tutti i mercati finanziari, che ha portato denaro anche verso il mondo delle criptovalute”.
Banche Usa, ecco chi accetta il Bitcoin Etf nel suo wealth management
Le ultime notizie indicano anche un crescente interesse degli Etf da parte delle importanti banche statunitensi. Merrill Lynch (Bank of America) e Wells Fargo hanno iniziato a offrire accesso agli Etf spot in Bitcoin ai propri clienti del wealth management, secondo quanto riporta Bloomberg, mentre Charles Schwab e Ubs già li avevano inclusi nella loro offerta. Indiscrezioni di CoinDesk non ancora confermate indicano che Morgan Stanley potrebbe unirsi presto al gruppo.
L’investibilità del Bitcoin e la sua potenziale inclusione nelle pratiche di wealth management rimangono un tema controverso fra le grandi banche. Goldman Sachs e Vanguard, ad esempio, si sono espresse contro l’inserimento delle criptovalute fra le asset class degne di considerazione.
Etf Bitcoin: utilizzati per cavalcare il rally
I dati sui volumi di scambio dei nuovi Etf spot su Bitcoin suggeriscono che i trader al dettaglio li stiano utilizzando per partecipare al recente rialzo del Bitcoin. L’iShares Bitcoin Trust ha registrato circa 96 milioni di azioni scambiate mercoledì 28 febbraio, più del doppio del suo record precedente di circa 43 milioni di azioni, segnato martedì. Il Fidelity Wise Origin Bitcoin Fund ha visto circa 27 milioni di azioni scambiate mercoledì, superando facilmente i 16,8 milioni scambiati il 11 gennaio, il suo primo giorno di negoziazione.
Sorgente: Bitcoin Etf: le banche Usa che li accettano nel wealth management | WeWealth
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