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Investire Magazine – Il matrimonio tra finanza e bitcoin andrà ben oltre gli Etf

Street ha finalmente messo le mani sul Bitcoin. I nuovi Etf sul Bitcoin di BlackRock, Fidelity Investments e tanti altri hanno superato i 16 miliardi di dollari di asset in gestione dal loro lancio all’inizio di gennaio. La cifra per tutti gli Etf Bitcoin (compreso il gigantesco Grayscale Bitcoin Trust GBTC) ammonta a più di 40 miliardi di dollari. Wall Street sta guadagnando milioni di euro in commissioni su questi strumenti, anche grazie al rally del del Bitcoin che quest’anno ha guadagnato il 45% spingendo il token oltre i 60.000 dollari. L’interesse del settore per le criptovalute va comunque ben oltre gli Etf. Wall Street spera che questi Etf siano la porta d’accesso ad altri fondi, strategie di trading e servizi per gli asset digitali e che le criptovalute possano entrare a far parte del menu degli investitori tradizionali con i loro 100mila miliardi di dollari e oltre di ricchezza globale in gestione. Wall Street potrebbe conferire alla criptovaluta quella legittimità quasi perduta dopo le note controversie giudiziarie che hanno dovuto affrontare Sam Bankman-Fried e Changpeng Zhao, i rispettivi fondatori di FTX e Binance, non gestiscono più le loro società. Molti altri promotori di criptovalute sono scomparsi quando le loro aziende sono fallite o sono crollate sotto l’assalto delle autorità di regolamentazione, lasciando un vuoto che Wall Street sta colmando.

Portafogli pensionistici con cripto? Andiamoci piano

L’amministratore delegato di BlackRock Larry Fink ha abbandonato il suo scetticismo per il Bitcoin parlandone alla CNBC come asset class in grado di proteggere come l’oro e definendolo un deposito di valore. Fidelity sta costruendo un ecosistema di trading, Etf e servizi di custodia per le criptovalute. L’impatto di nomi finanziari affidabili che parlano di Bitcoin è enorme. Franklin è stata tra le società che hanno emesso un Etf sul Bitcoin a gennaio e offre modelli per portafogli di criptovalute agli investitori istituzionali e ai consulenti. Gli Etf sul Bitcoin potrebbero presto entrare nei portafogli gestiti. Le società di consulenza di solito sottopongono i nuovi Etf a una due-diligence, impiegando mesi per valutarne i dati finanziari sottostanti, la liquidità e altri fattori prima di consentire ai consulenti di proporre i prodotti ai loro clienti. La prossima tappa potrebbero essere i portafogli pensionistici. Il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha comunque avvertito gli sponsor dei piani pensione di valutare con estrema attenzione l’inserimento di criptovalute nei loro asset. I piani degli operatori finanziari per le criptovalute vanno comunque ben oltre gli Etf.

Tokenizzare le attività finanziarie

Un altro modo per fare soldi potrebbe consistere nel tokenizzare le attività finanziarie – trasferendo azioni e obbligazioni o interi fondi su blockchain. Questa strategia consentirebbe di ridurre i costi amministrativi dei fondi e di muovere sulla blockchain alcune attività illiquide, come gli immobili o le azioni di società non quotate. Strumenti che non possono rientrare facilmente nelle strutture dei fondi tradizionali. Quest’idea sta prendendo gradualmente piede. A febbraio Citigroup ha dichiarato di aver completato con successo un test per un fondo di private equity tokenizzato per il quale hanno collaborato anche Wellington Management e WisdomTree. Quest’ultimo, oltre a sponsorizzare un Etf sul Bitcoin, già ricorre alla tecnologia blockchain per una suite di fondi che detengono attività tradizionali come azioni e Treasury e hanno ricevuto circa 19 milioni di dollari in gestione.

I nodi normativi

L’entusiasmo di Wall Street per le criptovalute non ha comunque fermato i problemi normativi del settore. Il procuratore generale di New York Letitia James sostiene infatti che Digital Currency Group e altre società abbiano frodato gli investitori di miliardi di dollari detenuti in conti fruttiferi di criptovalute. Anche il governo federale continua a dare un giro di vite. Anche Coinbase Global è sotto osservazione. La Securities and Exchange Commission ha citato in giudizio la società, sostenendo che opera come una borsa valori non registrata. Coinbase sta cercando di ottenere l’archiviazione delle accuse. In ogni caso, gli Etf Bitcoin stanno creando nuovi vincitori e perdenti. La più grande vittima finora è stata il Grayscale Bitcoin Trust, che ha perso 6.9 miliardi di dollari in attività dopo la conversione in Etf. La società ha aperto la strada agli Etf Bitcoin con una causa vinta contro la Sec, ma ha ridotto la sua commissione di gestione a 1,5% dal 2% per mantenere la promessa fatta ai suoi investitori prima della conversione. L’Etf GBTC sarà comunque redditizio per l’emissione con 315 milioni di dollari di commissioni quest’anno agli attuali livelli di asset.

Coinbase, pro e contro degli Etf Bitcoin

Coinbase, pur traendo vantaggio dagli Etf Bitcoin, deve anche affrontare minacce alla sua attività di trading principale. L’azienda percepisce una commissione dalla custodia degli asset della maggior parte degli Etf Bitcoin. Coinbase ha dichiarato di considerare questi titoli un vantaggio netto poiché suscitano maggiore interesse per le criptovalute. Il rovescio della medaglia è che gli Etf possono essere negoziati senza commissioni presso la maggior parte dei broker, il che li rende meno costosi per gli investitori rispetto alla negoziazione di Bitcoin direttamente presso Coinbase, che applica commissioni e guadagna uno “spread” sui prezzi bid/ask. Con l’interesse delle società finanziarie tradizionali per altri prodotti, i margini da commissione per Coinbase potrebbe quindi diminuire. Tuttavia gli investitori sembrano non preoccuparsene al momento, infatti il titolo Coinbase è salito del 55% a febbraio, toccando i massimi da un anno a questa parte finendo per superare i guadagni del Bitcoin. 

In arrivo gli Etf su Ether

La prossima grande incursione di Wall Street negli asset digitali avverrà probabilmente a maggio. La Sec ha infatti una scadenza per approvare o rifiutare i primi Etf che detengono Ether, la seconda criptovaluta più grande, con un valore di mercato di 393 miliardi di dollari. Aziende come Fidelity, BlackRock e Invesco hanno chiesto di lanciare Etf sull’Ether. Secondo un rapporto di Bernstein Research di febbraio, è quasi certo che i prodotti vengano approvati entro il prossimo anno. 

Vanguard: no agli Etf sui Bitcoin

La mania del Bitcoin non ha però contagiato del tutto Wall Street o l’industria dei fondi. Il Gruppo Vanguard ha dichiarato che non offrirà un proprio Etf sui Bitcoin e non permetterà ai propri clienti di negoziarli. 

Le criptovalute sono più una speculazione che un investimento, ha dichiarato Janel Jackson, responsabile globale di Vanguard per i mercati dei capitali degli Etf, citando la mancanza di flussi di cassa o di altri attributi di investimento di questa asset class. I sostenitori degli investitori avvertono infatti che, sebbene Wall Street possa trarre profitto, i guadagni potrebbero non essere uniformi. Secondo alcuni commentatori, i grandi operatori guadagneranno indipendentemente dal fatto che il prezzo del Bitcoin salga o scenda. Il profitto delle società finanziarie in questo caso scaturisce tanto dal loro ruolo di intermediari quanto nella loro fiducia nel mercato del Bitcoin. Ciò però amplifica il rischio delle valute digitali.

Sorgente: Il matrimonio tra finanza e bitcoin andrà ben oltre gli Etf  – Investire Magazine


 


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