Nel corso di una recente intervista a Kitco News, Michael Saylor, presidente esecutivo di MicroStrategy, ha dichiarato che Bitcoin potrebbe essere la risposta per combattere le minacce di cybersicurezza guidate dall’intelligenza artificiale, come i deepfakes.

Saylor ha illustrato il suo punto di vista utilizzando come esempio gli account dei social media creati dai robot. Secondo lui, miliardi di account falsi sono alla base di una “guerra civile” digitale nella società odierna, che fomenta l’odio tra gli utenti reali delle piattaforme digitali.

“Il rischio nel cyberspazio è che io posso creare un miliardo di persone false, e posso creare una guerra civile facendo sì che i falsi Repubblicani odino i falsi Democratici, o i veri Democratici. E che i falsi Democratici odino i veri Repubblicani”, ha dichiarato il dirigente tecnologico parlando di come l’intelligenza artificiale e altre tecnologie di nuova generazione renderanno i deepfake più economici e difficili da individuare.

Michael Saylor durante un’intervista alla Bitcoin 2023. Fonte: Kitco News

Secondo Saylor, che ha oltre 3 milioni di follower su Twitter, ogni giorno riceve quasi 2.000 follower falsi. “Ho letteralmente visto che nel giro di un’ora 1500 account bot sono stati cancellati dal mio account, ed erano bot. Quindi, non possiamo più vivere con questo status quo“, ha continuato. Il dirigente ritiene che la soluzione ai deepfakes e ad altri problemi di fiducia digitale risieda nelle identità decentralizzate (DID).

Un’identità decentralizzata è un‘identità indipendente e proprietaria che consente lo scambio di dati affidabili. In altre parole, è un modo per verificare e controllare un’identità online e le informazioni personali.

“Se qualcuno vuole lanciare un miliardo di bot Twitter, questo gli costerà un miliardo di transazioni […]. Combinando la potenza della crittografia con quella di una rete crittografica decentralizzata come Bitcoin, possiamo portare il costo e le conseguenze nel cyberspazio”, ha spiegato.

MicroStrategy di Saylor è una delle aziende che sta lavorando sulle firme criptate per gli utenti social e le aziende. Anche il CEO di OpenAI, Sam Altman, sta sviluppando una tecnologia per la proof of personhood con il suo progetto crypto Worldcoin. Per costruire strumenti di identificazione decentralizzati, la società ha chiuso un round di fondi da 115 milioni di dollari la scorsa settimana.

Allo stesso modo, Polygon, un protocollo layer-2, ha lanciato a Marzo una soluzione di identità decentralizzata. Basata su zero-knowledge proofs (ZK proofs), utilizza tecniche crittografiche per consentire agli utenti di verificare la propria identità online senza che le loro informazioni sensibili vengano trasmesse o potenzialmente archiviate presso terzi. Il prodotto è stato presentato quasi un anno dopo l’annuncio del suo sviluppo.