Anche la borsa di Londra apre le porte alle criptovalute: Lse accetterà richieste per il lancio di Etn su bitcoin ed ether a partire dal secondo trimestre. Da inizio anno il bitcoin ha guadagnato il 61,3%
Nuovo record di tutti i tempi per il bitcoin che ieri ha superato i 72.000 dollari toccando un picco a 72.883 dollari, proprio nel giorno in cui l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha tessuto, a modo suo, un elogio della criptovaluta. A fare da traino, come sempre, è il successo superiore alle attese degli Etf sul Bitcoin quotati sulle borse statunitensi (Nyse, Nasdaq, Cboe) dallo scorso 11 gennaio. Grazie al rialzo di ieri, la capitalizzazione del bitcoin (1.423 miliardi di dollari) ha superato quella dell’argento (1.391 miliardi).
Il prossimo asset da superare è il titolo Alphabet (Google), che vanta 1.700 miliardi di capitalizzazione. In testa a tutti c’è l’oro, con 14.697 miliardi. Visto che anche il ceo di BlackRock, Larry Fink, sostiene che il bitcoin è l’oro digitale, significa che l’obiettivo della criptovaluta inventata da Satoshi Nakamoto è quello di raggiungere il market cap del metallo giallo? L’entusiasmo gli avrà dato alla testa, ma è proprio quello che afferma Michael Saylor, il presidente esecutivo di MicroStrategy, società che sotto il suo impulso ha cominciato ad acquistare bitcoin e ora ne ha in cassa 205.000 al prezzo medio di 33.706 dollari (compresi i 12.000 acquistati ieri al prezzo di 68.477 dollari): «Bitcoin si mangerà l’oro», ha detto Saylor a Cnbc, perché «ha tutti i grandi attributi dell’oro e non ha nessuno dei suoi difetti».
La borsa di Londra apre agli Etn su bitcoin ed ether
A dare un’ulteriore spinta oggi è la notizia che la Financial Conduct Authority ( Fca) del Regno Unito ha aperto le porte agli investitori istituzionali per creare Etn garantiti da criptovalute. La Borsa di Londra ha successivamente confermato che accetterà richieste per Etn su bitcoin ed ether a partire dal secondo trimestre.
A differenza degli Etf che detengono fisicamente gli asset che replicano un indice (ecco perché BlackRock, Fidelity e le altre società che hanno lanciato gli Etf sul bitcoin stanno facendo incetta della criptovaluta), gli Etn sono titoli di debito che seguono un indice, esponendo al rischio di credito dell’emittente. Un Etf può presentare il rischio di controparte nel caso si basi sulla replica sintetica del benchmark, però potrà sempre contare sulla proprietà diretta di un paniere di titoli sottostanti. Gli Etn, invece, non hanno questo cuscino. Se l’emittente dell’Etn fallisce, i titolari dell’Etn si dovranno mettere in fila assieme a tutti gli altri creditori. Un esempio concreto si è verificato con il fallimento della banca Lehman Brothers, emittente all’epoca di tre Etn. Quindi, gli investitori dovrebbero quanto meno considerare il rating di credito degli emittenti di questi strumenti.
L’Unione Europea latita
La mossa della borsa di Londra era quasi inevitabile dopo che Wall Street si è aperta al bitcoin. A precedere tutti è stata la Svizzera, mentre l’Unione Europea continua a resistere al vento cripto, con l’eccezione della borsa di Stoccarda, in Germania. Saggezza o arretratezza?
Marcello Bussi
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