Secondo gli analisti entrambi i candidati si sono impegnati a dare priorità alle politiche che promuovono l’inclusione finanziaria e l’innovazione
Il bitcoin prova ad attaccare i massimi storici
Alla vigilia delle elezioni americane, il bitcoin lancia un attacco ai suoi massimi storici, raggiunti lo scorso marzo a 73.666 dollari (fonte Investing.com). Un attacco per ora fallito, ma gli addetti ai lavori sono convinti che la più blasonata tra le criptovalute sia pronta a involarsi verso nuovi record, indipendentemente da chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. «Entrambi i candidati (Donald Trump e Kamala Harris, ndr) si sono impegnati a dare priorità alle politiche che promuovono l’inclusione finanziaria e l’innovazione e hanno promesso di consentire una più ampia partecipazione alle risorse digitali – spiega Massimo Siano, head of southern Europe di 21Shares –. Questo approccio non solo promuove le opportunità individuali, ma consente anche agli Stati Uniti di rimanere competitivi nella corsa globale per l’adozione e l’innovazione delle criptovalute».
L’industria delle criptovalute si trova in una posizione complessivamente di vantaggio rispetto alle elezioni presidenziali del 2024, puntualizza Ferdinando Ametrano, fondatore di CheckSig: «se da un lato Trump rappresenta un baluardo di sostegno deciso per il settore, dall’altro lato Harris sta gradualmente instaurando un dialogo che possa portare a un bilanciamento tra regolamentazione e innovazione. La situazione sembra quindi comunque in miglioramento rispetto all’amministrazione Biden e, infatti, il mercato dei derivati su bitcoin prevede scenari di rialzo dei prezzi fino alla fine dell’anno».
Il mercato crypto spera in una vittoria di Trump
Il bitcoin è stato uno dei protagonisti inattesi della campagna elettorale statunitense del 2024. E il primo a inserire la criptovalute nel dibattito politico è stato Trump che, durante un intervento alla Bitcoin conference di Nashville, ha promesso in caso di vittoria di fare degli Stati Uniti la capitale globale delle criptovalute.
«Questo rappresenta un cambiamento netto rispetto al passato, quando aveva criticato il bitcoin per essere altamente volatile e privo di fondamenta reali – fa notare Ameterano –. Oggi Trump si presenta come il candidato pro-bitcoin, promettendo una regolamentazione favorevole all’industria e agli investitori. Inoltre, ha accettato donazioni in bitcoin per la sua campagna elettorale», oltre a proporre una riserva strategica di bitcoin negli Stati Uniti. Inoltre, «il suo coinvolgimento in progetti come la sua collezione di carte collezionabili Nft e World Liberty Financial, un protocollo di prestito e prestito DeFi, sottolinea il suo impegno nel far avanzare l’ecosistema crittografico più ampio», aggiunge Siano.
Non deve sorprendere, quindi, che il mercato delle criptovalute speri in una vittoria di Trump, come si evince dai recenti movimenti dei prezzi del bitcoin, che sembrano essere strettamente allineati con le crescenti probabilità elettorali di Trump. «D’altronde, il suo programma elettorale prevede maggior deficit pubblico e più protezionismo rispetto all’avversario, e un debito pubblico maggiore favorirebbe l’investimento in bitcoin come valore rifugio contro il dollaro», precisa Siano.
La posizione di Harris a favore delle nuove tecnologie
In ogni caso, la vittoria di Harris non sarebbe controproducente per il mercato delle criptovalute. Inizialmente, la candidata democratica ha mostrato maggiore prudenza nei confronti del mondo crypto, evitando dichiarazioni esplicite, «ma di recente, durante una raccolta fondi, ha chiarito la sua posizione, affermando che intende supportare lo sviluppo di nuove tecnologie, inclusi i crypto-asset, pur tutelando gli investitori e i risparmiatori – argomenta Ametrano –. Questa presa di posizione segna una rottura con la linea più critica dell’amministrazione Biden, che si è spesso opposta a un’espansione troppo rapida delle criptovalute. Biden aveva posto il veto a una risoluzione che avrebbe semplificato l’adozione di bitcoin da parte delle banche. Harris, tuttavia, sembra propensa a dialogare con l’industria, promettendo un approccio più equilibrato rispetto al suo predecessore».
Uno shock della domanda potrebbe spingere i prezzi
«Il prezzo del bitcoin è strettamente legato all’offerta monetaria globale e alla spesa pubblica, che dovrebbero entrambi aumentare in modo significativo indipendentemente dal fatto che vinceranno Trump o Harris, poiché le loro politiche sono percepite come inflazionistiche – commenta Siano –. Si tratta solo di capire quale dei due candidati svaluterebbe più il dollaro contro il bitcoin». Ma a sostegno del mondo crypto c’è anche la riduzione delle vendite forzate di bitcoin. «Dopo l’ultimo halving (aprile 2024, ndr), molti minatori di bitcoin sono stati costretti a vendere i propri asset dopo l’ultimo halving – continua Siano –. Un processo che sembra ormai concluso. Inoltre, i principali detentori come MT.GOX e il governo tedesco hanno in gran parte scaricato le loro partecipazioni in bitcoin. Ciò ha rimosso una notevole quantità di offerta dal mercato. E, con la domanda di bitcoin probabilmente in aumento dopo le elezioni, spinta dall’espansione della spesa pubblica e dalla riduzione della pressione di vendita, un potenziale shock della domanda potrebbe spingere i prezzi del bitcoin più in alto».
Gabriele Petrucciani
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