Fino a ieri circolavano molto previsioni secondo le quali il prezzo di Bitcoin avrebbe potuto far registrare nuovi massimi storici prima dell’halving.
Ieri invece questa previsione sembra diventata di colpo poco credibile.
Il calo del prezzo di Bitcoin nonostante le previsioni pre-halving
Dopo i massimi storici del 14 marzo, a quota 73.800$, il prezzo di Bitcoin era sceso.
Con una correzione durata circa una settimana, era tornato per un breve momento a circa 60.000$, per poi rimbalzare e continuare la correzione fino a 63.000$. Quella correzione in realtà aveva come livello di riferimento i 65.000$, attorno ai quali il prezzo di BTC oscillò per una decina di giorni.
La correzione si fermò il 24 marzo, con un rimbalzo che ha riportato il prezzo a circa 70.000$, dove è poi rimasto per circa una settimana.
Ieri questo breve periodo di lateralizzazione attorno a 70.000$ si è interrotto.
Il calo è iniziato più o meno con la riapertura delle borse USA dopo il weekend, ed ha seguito proprio il loro calo.
Tuttavia, mentre per le borse USA si è trattato di un calo abbastanza contenuto, per il prezzo di Bitcoin invece sembra essere iniziata una nuova correzione.
Stanotte, indipendentemente dall’andamento positivo delle borse asiatiche, il prezzo di BTC di colpo è sceso sotto i 67.000$.
Questo -4,5% in meno di 24 ore non sembra essere dovuto dall’andamento generale dei mercati finanziari, anche se appare innescato proprio dal calo di ieri delle borse USA.
Le cause
Il calo di ieri dei mercati finanziari potrebbe essere dovuto al pericolo di un ampliamento delle ostilità in Medio Oriente, dovuto all’attacco di Israele in Siria contro l’Iran.
Il problema è che molto del petrolio che viene consumato anche in Occidente proviene dal Medio Oriente, e sebbene nè Israele nè la Siria siano grossi esportatori di petrolio, l’Iran invece lo è.
Il rischio è che le esportazioni possano calare facendo aumentare il costo del petrolio, e quindi l’inflazione. Infatti se fino a pochi giorni fa i mercati erano convinti che la Fed avrebbe iniziato a tagliare i tassi di interesse a giugno, ora questa prospettiva si è un po’ indebolita, tanto che i mercati stessi stanno spostando le loro attenzioni a luglio.
Il prezzo di Bitcoin è legato alla liquidità presente sui mercati finanziari, ed un mancato taglio degli interessi contribuirebbe alla continua riduzione di questa liquidità.
D’altro canto nella notte si sono diffuse alcune paure che riguardano il maggiore exchange crypto del mondo, Binance.
Infatti si è scoperto che Binance Labs potrebbe aver iniziato a vendere alcuni dei suoi token di investimento, in particolare GMT.
Oggi GMT perde quasi il 10%, ma ad esempio BNB si ferma a -4%.
Il rischio che sembra esserci è che il nuovo corso di Binance possa dare sempre meno spazio e visibilità al launchpool, e magari concentrarsi sulle criptovalute più affermate, riducendo così di molto l’interesse degli speculatori retail nei confronti del mercato crypto.
Nel frattempo però ci sono altre blockchain, in particolare Solana e Toncoin, su cui invece vengono lanciati molti nuovi token.
Il boom di profitti dei miner
L’halving di Bitcoin dovrebbe avvenire tre il 20 ed il 21 di aprile.
Consisterà nel dimezzamento del premio per i miner, e questo getta dubbi sulla tenuta di alcuni miner.
Ieri ad esempio in borsa Riot Platforms ha perso più del 6% in un’unica sessione, e Marathon Digital Holdings più del 4%.
Ma al di là delle paure per la loro tenuta dopo l’halving, per ora stanno incamerando profitti record grazie alle fee.
Infatti il premio per ora rimane fisso a 6,25 BTC per ogni blocco minato, mentre le fee sulle transazioni sono cresciute.
Viene comunque sempre minato un blocco ogni circa 9 minuti e mezzo, facendo sì che i premi incassati dai miner rimangano sempre più o meno gli stessi, fino all’halving.
Invece le fee medie per transazione sono passate dai 4$ di fine febbraio fino a 16$ ad inizio marzo, rimanendo poi in seguito superiori a 6$ fino a metà mese. A partire dal 17 marzo sono scese un po’, ma rimanendo sempre comunque sopra i 4$.
Durante il mese di marzo, complice il raggiungimento del nuovo massimo storico del prezzo di BTC, i miner hanno fatto registrare un record di 2 miliardi di dollari incassati complessivamente in un mese. Era dal 2021 che non incassavano così tanto.
Da notare però che il grosso di questo incasso è venuto proprio dai premi, perchè per quanto riguarda le sole fee l’incasso complessivo è stato “solamente” di circa 86 milioni di dollari.
Proprio a causa di questa discrepanza i dubbi sulla possibile tenuta di tutti i miner dopo l’halving si stanno facendo più consistenti, dato che con l’halving praticamente si dimezzeranno, o quasi, anche i loro incassi.
Se poi, come possibile, la correzione del prezzo di BTC dovesse continuare anche dopo l’halving, per molti di loro potrebbe diventare difficile continuare a minare, perchè rischierebbero di farlo in perdita.
Tuttavia grazie da un lato all’acquisto di macchine più efficienti che riducono i costi, e dall’altro ad un possibile nuovo rialzo del prezzo di Bitcoin in futuro, potrebbero tornare a diventare competitivi.
Non va dimenticato infatti che l’impatto dell’halving sul prezzo di BTC in genere si è sempre visto solamente diversi mesi dopo l’evento, quindi potrebbe occorrere di attendere fino almeno a luglio per poter iniziare a vederlo.
Sorgente: Halving di Bitcoin: il prezzo deluderà le previsioni?
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